Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

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30 luglio 2019

Festa nazionale della Riscossa Popolare del P.CARC - seminario su L’estremismo di Lenin


Cari compagni,

ringraziamo il compagno Ermanno Marini per averci invitato ad intervenire al vostro seminario.

L’estremismo di Lenin, che vi apprestate a studiare, è un insieme di indicazioni su come fare la rivoluzione socialista in paesi imperialisti. In esso Lenin ha fissato, cento anni fa, con la conoscenza limitata che aveva della lotta di classe in Europa e negli USA (di essa non si era mai occupato professionalmente), criteri e principi ricavati dal marxismo e dall’esperienza della rivoluzione russa, utili per i comunisti di quei paesi. Tentò di ricavare dalla rivoluzione russa insegnamenti per promuovere la rivoluzione socialista in quei paesi, per trasformare in partiti comunisti all’altezza dei loro compiti i partiti nati per scissione dai partiti socialisti, perché diventassero capaci di elevare il sommovimento popolare in corso nei rispettivi paesi fino all’instaurazione del socialismo.

Che la formazione di veri partiti comunisti nei paesi imperialisti fosse impresa difficile, Lenin, Stalin e il resto del gruppo dirigente dei bolscevichi ne erano consapevoli: ritenevano tuttavia che sarebbe stata rapida. I neonati partiti comunisti, nei paesi imperialisti erano infatti per lo più composti da elementi “massimalisti” ed “estremisti”: ossia da fautori di lotte rivendicative portate all’estremo e di dottrinari alieni dal materialismo dialettico, lontani dal concepire il marxismo come scienza sperimentale guida per raccogliere tutte le disparate manifestazioni della lotta delle classi oppresse e convogliarle all’instaurazione del socialismo approfittando di tutti i contrasti che sorgono nelle classi dominanti.

Oggi dobbiamo studiare L’estremismo di Lenin alla luce di quello che avvenne successivamente nel nostro paese e del corso attuale delle cose. In questo modo lo studio sarà fecondo per la nostra attività, per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Per portare a compimento l’opera che i nostri predecessori hanno lasciato incompiuta e fare dell’Italia un paese socialista, non basta “riprendere il cammino da dove si è interrotto” o tornare ad “abbracciare i principi del marxismo-leninismo”. Occorre un salto di qualità.

La rivoluzione socialista è la costruzione per tappe in seno alla società borghese del potere delle masse popolari organizzate, fino a che, giunto ad un certo grado del suo sviluppo, il nuovo potere elimina il vecchio potere della borghesia e instaura il socialismo. Questa concezione della rivoluzione socialista non è stata mai fatta propria dalla sinistra del vecchio PCI (la parte più devota al comunismo) né dalla sinistra dei partiti comunisti degli altri paesi imperialisti. Secondo la sinistra di questi partiti, il partito doveva propagandare il socialismo, promuovere forti lotte rivendicative e partecipare alle elezioni accumulando per questa via forze, in attesa che la situazione economica, politica e sociale precipitasse e la rivolta delle masse si estendesse. Il partito ne avrebbe allora assunto la direzione guidando le masse alla presa del potere: era la concezione della “rivoluzione che scoppia”. In realtà l’esperienza mostra una cosa diversa. Più volte, prima i partiti socialisti e poi i partiti comunisti, si sono trovati nel pieno di grandi e diffuse rivolte delle masse popolari (ad esempio il Biennio Rosso 1919-20 e la Resistenza 1943-47) e non hanno saputo conquistare il potere: perché anche di fronte a grandi sconvolgimenti sociali, il vecchio potere non crolla da solo ma in un modo o nell’altro si rinnova (dal Biennio Rosso la borghesia uscì con il Fascismo, dalla Resistenza Partigiana con la Repubblica Pontificia).

Il nuovo potere delle masse popolari organizzate è una cosa ben precisa: è il partito comunista, i suoi partiti fratelli, le organizzazioni operaie e popolari create dal partito comunista e dai suoi partiti fratelli, dirette dai membri del partito o comunque da essi orientate, le quali nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, in ogni zona mobilitano, orientano e organizzano le ampie masse popolari 1. per contrastare gli attacchi dei padroni, la deindustrializzazione, le delocalizzazioni, le grandi opere speculative, le privatizzazioni; 2. per far fronte alla devastazione prodotta in tutti i campi (dall’ambiente, alle relazioni sociali, alla formazione degli individui) dal dominio della borghesia; 3. per adottare e attuare misure favorevoli alle masse; 4. per difendere le misure adottate dai tentativi della borghesia di eliminarle: il tutto e sempre per andare più avanti. Facciamo leva sul difendere e rivendicare per avanzare e conquistare il potere!

Attraverso questo percorso pratico, il partito comunista, i suoi partiti fratelli, le organizzazioni da essi create o orientate creano una rete capillare di organizzazioni operaie e popolari fino a coprire l’intero paese e insegnano alle masse a governarsi da sole, senza e contro i padroni, rafforzando in esse la fiducia che sono capaci liberarsi dalla borghesia e dal clero. Questa è la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari che dobbiamo promuovere, questa è la rivoluzione socialista!

Il nuovo potere è portare da subito le masse popolari come sono oggi, caso per caso, a fare cose che da sole (senza i comunisti) non farebbero; è una direzione della società (dell’economia reale e delle relazioni sociali) alternativa e antagonista a quella impressa dalla borghesia, una direzione che si sviluppa in seno alla società borghese fino a scalzarla con l’instaurazione del socialismo.

Il (n)PCI chiama tutti gli operai, tutti i lavoratori, tutte le donne, i giovani e gli immigrati che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose, anche quelli che ancora non condividono l’obiettivo di fare dell’Italia un nuovo paese socialista, a unirsi alla Carovana del (n)PCI, a partecipare di fatto alla lotta per il socialismo e, i più avanzati, a mettersi alla scuola del Partito e creare Comitati di Partito clandestini in ogni azienda, scuola e quartiere!

Partecipate con slancio, passione e intelligenza alla rinascita del movimento comunista, al nuovo assalto al cielo: questo dà anche a ognuno il senso di una vita degna di essere vissuta!

Saluti comunisti e viva la Festa della Riscossa Popolare del P.CARC!

Il Comitato Centrale del (n)PCI